Auguri per il nuovo anno scolastico

Se una persona sogna da sola, è solo un sogno. Se molte persone sognano insieme, è l'inizio di una nuova realtà.
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giovedì 4 febbraio 2010

Dai giornali...


I dati dell'Invalsi parlano chiaro: le scuole del Sud sono "sotto il livello di sopravvivenza" rispetto al resto del Paese, sebbene si evidenzino differenze dei livelli dei risultati. Alcune interviste riportate dal quotidiano "La Repubblica" mi fanno molto riflettere, soprattutto in questo tempo di iscrizioni. Una maestra della famosa scuola "Bruno Munari" di Milano parla dell'importanza del tempo pieno, diffusissimo al Nord, come "servizio forte, ricco di stimoli", mentre un'altra docente di Bagnoli interpreta il divario tra nord e sud come causato dal degrado sociale ed ambientale, unito alla diffusione "con il contagocce" del tempo pieno.
Mi ha fatto molto riflettere anche la conclusione del grande prof. Vertecchi (chi di noi non ha studiato sui suoi testi per prepararsi ai vari concorsi?), che dice: " Ma la scuola, da sola, non può risolvere il problema se non si investe sui livelli culturali dell'intera popolazione (...), invece l'organizzazione culturale si è modellata sugli stereotipi televisivi, di basso livello, di facile comprensione".

1 commento:

  1. E’ proprio vero, i dati dell'Invalsi parlano chiaro e ci fanno riflettere!!! Io penso che per spiegare la differenza, tra Nord e Sud, ma evidente anche fra istituti della stessa città, è necessario considerare molteplici fattori. Primo fra tutti è senz’altro il tempo scuola, che più è lungo e più, naturalmente, diventa ampia l’offerta formativa! Offerta formativa che bisogna rendere, comunque, valida, magari con contenuti e momenti di apprendimento motivanti per l’alunno. Tanto più è motivato l’alunno, tanto più aumenta la sua capacità di apprendere, fin dalla scuola dell’Infanzia. E’ pur vero che la scuola da sola non basta e dunque sarebbe necessario un piano nazionale di interventi, sulle strutture scolastiche, sull’offerta culturale, ecc….. Non bisogna dimenticare i progetti che coinvolgono l’educazione degli adulti. E qui ci accorgiamo che non si va da nessuna parte, perché ciò contrasta con la politica dell’attuale governo, come dei precedenti degli ultimi venti anni, che vede la scuola solo come un servizio e non un’istituzione e attua una politica di tagli pesanti sulla spesa scolastica. Non è dunque colpa degli alunni, non è colpa dei docenti, ma è colpa di chi governa, che non si decide a considerare l’investimento nella cultura come la chiave dello sviluppo di un territorio!

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